La querelle sull’IVA non dovuta sulla TIA (Tariffa d’igiene ambientale) e fatta pagare erroneamente ai contribuenti, volge al termine grazie alla sentenza della Corte Costituzionale prima e della Cassazione (sentenza 3.766 dell’8 marzo 2012) poi ne stabiliscono il rimborso.
Sono infatti 1.256 i Comuni che per 10 anni hanno adottato la Tia incassando impropriamente anche l’Iva. Impropriamente perchè la Tia è un tributo che lo Stato ha invece chiamato “tariffa“, per questo motivo non può essere soggetta ad IVA. L’importo medio del rimborso dell’Iva non dovuta sulla TIA è di circa 208 euro a famiglia, per un totale di 1,3 miliardi di euro.
Ma come richiedere il rimborso Iva non dovuta sulla TIA?
Il primo passo è quello di inviare raccomandata A/R al proprio gestore del servizio rifiuti dove si richiede il rimborso dell’Iva pagata negli ultimi 10 anni.
Ricordate di inviarla tramite raccomandata a/r, se desideraste avvalervi dell’aiuto di un ente di difesa dei consumatori inviate per conoscenza anche a loro la richiesta tramite posta oridinaria.
Nel caso in cui il gestore non provveda al rimborso dell’Iva pagata sulla Tia entro 15 giorni, è possibile rivolgersi al Giudice di Pace.
Modello domanda rimborso Iva non dovuta sulla TIA da stampare e compilare
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