Entrerà in vigore a Gennaio 2013 il nuovo regime pensionistico contributivo, in parte già attivo, che introduce importanti novità come la l’innalzamento dellla pensione a 70 anni e possibilità di lavorare fino a 75 anni.
Nel corso del 2012 si è assitito all’uscita di quei lavoratori che avevano maturato il diritto alla pensione nel 2011 attraverso la finestra mobile che prevedeva 12 mesi per i lavoratori dipendenti e 18 mesi per i lavoratori autonomi. Il termine ultime del vecchio regime pensionistico per questi lavoratori è quindi giugno 2013.
Nel 2013 invece andranno in pensione quei lavoratori con età di 70 anni e 3 mesi, in questo caso il nuovo sistema pensionistico prevede la tutela dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori attenuato dalla legge 92 del 2012.
In merito alle pensioni di anzianità, anche queste saranno riviste profondamente. Con la vecchia norma era possibile andare in penione a 66 anni, invece da gennaio 2013 per poter andare in pensione di vecchiaia ci vorranno lameno 66 anni e 3 mesi per i dipendenti pubblici, dipendenti privati e per i lavoratori autonomi.
Discorso leggermente diverso per le dipendenti private che fino al 2018 potranno andare in pensione a 62 anni e tre mesi. Dopo quella data però saranno equiparate a tutte le altre lavoratrici con innalzamento dell’età pensionistica a 66 anni e 7 mesi.
Per quanto riguarda la pensione “anticipata” serviranno 42 anni e 5 mesi per gli uomini e 41 anni e 5 mesi per le donne. In caso di uscita prima dei 62 anni d’età previsto un taglio dell’assegno nella misura dell’1% per ogni anno fino ai primi due e del 2% per quelli successivi.
Invece per coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995 può accedere alla pensione di vecchiaia con tre anni di anticipo: a 63 anni, che da gennaio 2013 diventano invece 63 anni e tre mesi e 68 anni e 3 mesi nel 2065.
Infine, chi lo vorrà potrà continuare a lavorare fino a 75 anni, senza essere licenziato dall’azienda. Decisamente un problema più che un vantaggio per le aziende